Usuario invitado
31 de enero de 2023
Arriviamo al Baglio Spanó dopo aver percorso una trazzera immersa in una distesa di vigneti. La struttura sembra invero abbandonata e ci chiediamo se siamo nel posto giusto. Michela telefona al Baglio e dopo pochi secondi da una porta ad arco a lato da dove ci troviamo si staglia in controluce una figura “avuta avuta, sicca sicca” per dirla alla Camilleri. È Federico, cinquantino, proprietario della struttura, dal fare serio e interrogativo. Lo seguiamo ed entrando da quel lato da dove si era palesato, si apre un altro mondo. Sembra di essere dentro un racconto di Montalbano. Quella che un tempo fu una cantina ora è una zona living, gli arredi recuperati, le due vasche di fermentazione convertite in due bellissimi bagni e tre grossi tini e diversi attrezzi a vista a testimonianza della storia vinicola di questo luogo. Nel grande giardino a pianta quadrata si erge un agrumeto oltre ad una bella piscina raggiungibile salendo una scala con nove gradini. Il posto è semplicemente stupendo e di grande charme. Federico Montalto è discendente di una dinastia feudale, un marchesato, e infatti nei suoi modi di fare si avverte il DNA aristocratico. In questa breve parentesi trapanese abbiamo avuto il piacere di conoscerlo e apprezzarne il pensiero, l’educazione, la cura e la premura che riserva ai suoi ospiti. Si respira un’aria d’altri tempi e siamo riusciti per un paio di giorni a lasciarci alle spalle i ritmi frenetici e le brutture della vita alle quali purtroppo siamo abituati. Abbiamo avuto anche l’occasione di cenare in struttura nella quiete del giardino. Lea, giovane, gentile e preparata collaboratrice di Federico, ha preparato antipasti di terra, busiata alla trapanese e uno spada con pomodori capperi e olive per uno straordinario effluvio di profumi ed esplosione di sapori. Che abbiamo trovato anche nel momento del mattino, rapiti dalla marmellata d’arance assolutamente strepitosa e da una offerta di grande qualità. Piccole grandi magie al Baglio Spanò.
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